
Energie rinnovabili: i miti da sfatare
Negli ultimi anni le energie rinnovabili sono diventate protagoniste della transizione energetica. Nonostante i risultati raggiunti e i costi sempre più competitivi, su queste tecnologie continuano a circolare molti luoghi comuni: si dice che siano troppo costose, poco affidabili o persino dannose per l’ambiente. In realtà, i dati raccontano una storia diversa.
Le fonti rinnovabili sono oggi tra le soluzioni più efficienti e sostenibili per produrre energia. Sfatiamo insieme i miti più diffusi e capiamo cosa dicono davvero i numeri.
È vero che le energie rinnovabili sono troppo costose?
Le energie rinnovabili sono ritenute da molti più costose rispetto a quelle fossili. In realtà, negli ultimi dieci anni i loro costi si sono ridotti drasticamente. Secondo la International Renewable Energy Agency (IRENA), il costo medio di installazione del fotovoltaico su larga scala è passato da circa 5.283 USD/kW nel 2010 a 691 USD/kW nel 2024. Inoltre, nel 2023 il solare PV risultava in media il 56% più economico delle opzioni fossili in termini di LCOE (costo livellato dell’energia).
Nel 2024, il costo livellato dell’energia medio dei nuovi impianti eolici onshore era di 0,034 USD/kWh e quello del solare di 0,043 USD/kWh, valori inferiori a molte fonti fossili.
Questi dati mostrano che la transizione energetica non è più solo una scelta ecologica, ma anche economica. Grazie ai progressi tecnologici, alle economie di scala e all’evoluzione del mercato, le energie rinnovabili sono oggi una delle opzioni più competitive e meno costose.
Restano tuttavia sfide importanti da affrontare, come l’integrazione nelle reti, la semplificazione burocratica e lo sviluppo infrastrutturale, che saranno determinanti per accelerare il percorso verso un sistema energetico sostenibile.
È vero che le energie rinnovabili non sono affidabili perché dipendono dal meteo?
Alcune energie rinnovabili, come il solare e l'eolico sono influenzate dalle condizioni meteorologiche - ma questo non le rende poco affidabili. Grazie ai progressi tecnologici, oggi è possibile prevedere con sempre maggiore precisione la producibilità e intervenire con soluzioni di flessibilità per garantire stabilità e integrazione con le reti e tra le diverse fonti di produzione. Sistemi di accumulo avanzati, smart grid e una gestione intelligente della rete consentono di affrontare la variabilità e assicurare continuità operativa.
La complementarità tra solare, eolico e geotermico consente di bilanciare le fluttuazioni naturali di ciascuna fonte. In Italia, ad esempio, la produzione da fonti rinnovabili intermittenti è in costante crescita e viene gestita con sempre maggiore efficienza, dimostrando che è possibile garantire affidabilità anche in presenza di cambiamenti meteorologici. Paesi come la Danimarca e la Spagna, e sempre più anche l’Italia, mostrano come una quota significativa del fabbisogno elettrico possa essere coperta da energie rinnovabili integrate, senza compromettere la stabilità del sistema.
In sintesi, grazie all’evoluzione tecnologica e a una gestione della rete sempre più intelligente, le energie rinnovabili sono oggi una componente affidabile e imprescindibile di un sistema energetico moderno e resiliente.
È vero che le energie rinnovabili non basteranno a coprire il fabbisogno globale di energia?
Una convinzione ancora diffusa è che le energie rinnovabili possano soddisfare solo una parte limitata della domanda energetica mondiale.
Ma non è così.
Secondo il report Green Transition Scenarios 2025 di Statkraft, entro il 2050 il solare fotovoltaico sarà la principale tecnologia per la generazione elettrica a livello globale, con una crescita stimata tra 8 e 22 volte rispetto ai livelli attuali. Anche l’eolico seguirà un percorso di espansione significativo, con una crescita tra 5 e 12 volte. Queste due fonti, insieme ai sistemi di accumulo e alle reti intelligenti, costituiscono il cuore della transizione energetica.
Grazie ai progressi tecnologici, alla riduzione dei costi e a politiche sempre più ambiziose, il passaggio a un sistema energetico quasi interamente basato su fonti pulite è una prospettiva concreta e realizzabile.
In altre parole, le energie rinnovabili non solo possono coprire gran parte del fabbisogno energetico mondiale, ma stanno già trasformando la struttura stessa del sistema.

È vero che le energie rinnovabili rovinano il paesaggio?
Uno dei miti più diffusi riguarda l’impatto visivo e territoriale delle energie rinnovabili. Si pensa spesso che impianti solari ed eolici occupino troppo terreno e alterino il paesaggio, in realtà buona parte delle superfici resta coltivabile dopo l’installazione degli impianti. Inoltre, il report sottolinea che il consumo di suolo da fotovoltaico non è irreversibile come la cementificazione, rendendo questa tecnologia molto più sostenibile nel lungo periodo.
Gran parte dello spazio occupato da queste installazioni resta infatti pienamente utilizzabile per altri scopi. Le turbine eoliche possono sorgere su terreni agricoli che continuano a essere coltivati o destinati al pascolo. Nel caso del solare, Statkraft sviluppa impianti di grande taglia integrati con pratiche agricole (agrivoltaico), che permettono di conciliare produzione energetica e uso agricolo del suolo senza sottrarlo completamente alla sua funzione originaria.
Secondo Our World in Data, l’impatto territoriale delle energie rinnovabili è spesso sovrastimato, poiché molte superfici restano utilizzabili. Il report Green Transition Scenarios 2025 di Statkraft conferma che, rispetto ai combustibili fossili, le energie rinnovabili occupano meno superficie e offrono benefici ambientali e sociali superiori se integrate correttamente.
In sintesi, l’impatto territoriale delle rinnovabili dipende soprattutto da una pianificazione consapevole e integrata. Se progettati con attenzione, gli impianti possono convivere armoniosamente con il paesaggio e contribuire a un futuro più sostenibile.
È vero che le energie rinnovabili non sono sostenibili?
Un altro mito diffuso riguarda la presunta insostenibilità delle energie rinnovabili, accusate di generare troppi rifiuti difficili da smaltire, come pannelli solari, pale eoliche e batterie. In realtà, la tecnologia legata al riciclo sta evolvendo rapidamente e consente oggi di recuperare la maggior parte dei materiali impiegati.
Per i moduli fotovoltaici, ad esempio, è possibile riciclare fino al 95% dei componenti, vetro, alluminio e silicio inclusi, grazie anche alle normative europee che regolano il trattamento a fine vita. Le turbine eoliche sono costituite in gran parte da materiali altamente riciclabili come acciaio, rame e alluminio, mentre le pale, più complesse da gestire, possono essere oggi trasformate in nuovi materiali plastici o polimeri avanzati, favorendo la circolarità.
Anche per le batterie destinate allo stoccaggio energetico, le tecnologie e le normative di recupero stanno progredendo rapidamente, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale (EPA).
Questo grazie anche alle emissioni nulle che questi impianti garantiscono durante tutta la loro vita utile, rendendo il loro impatto complessivo nettamente inferiore rispetto ai danni ambientali e ai rifiuti prodotti dal sistema basato sui combustibili fossili. Grazie al riciclo e a una gestione più responsabile delle risorse, le rinnovabili rappresentano non solo una via per ridurre le emissioni, ma anche un passo concreto verso un’economia circolare e sostenibile.
Green Transition Scenarios
Il report di punta di Statkraft sulla transizione energetica.
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