
130 anni di energia pulita
Un futuro migliore è il nostro obiettivo da quando, nel 1895, abbiamo iniziato a produrre energia elettrica rinnovabile. Ecco la nostra storia.
Una storia lunga 130 anni
La nostra storia inizia il 30 maggio 1895 grazie all’energia idroelettrica, quando lo Stato norvegese acquisisce i primi diritti di proprietà sulla cascata di Paulenfoss per utilizzarne il potenziale energetico naturale.
Lo Stato norvegese continuerà ad acquistare diritti sulle cascate, diventando il principale proprietario di impianti idroelettrici nell’Europa settentrionale.
Nel 1921 viene costituito il Direttorato norvegese per le risorse idriche e l’energia (Norges vassdrags - og energidirektorat, NVE) per regolare le risorse idriche e l’approvvigionamento energetico del Paese sviluppando e gestendo centrali elettriche statali.
Dopo la Seconda guerra mondiale, la Norvegia si trova a dover ricostruire la sua economia. Molti nuovi impianti idroelettrici vengono quindi costruiti per fornire energia a grandi industrie con esportazioni in aumento, come quelle dei fertilizzanti e dell’alluminio.
La domanda di energia da parte dell’industria pesante e delle famiglie era aumentata drasticamente dopo la guerra, e lo sviluppo delle centrali elettriche Tokke fu il più grande in ambito idroelettrico fino a quel momento. La sua estensione ha reso il complesso di impianti un simbolo dell’ingegneria norvegese.
Negli anni ’60, il tema dell’energia idroelettrica in Norvegia diventa più controverso. La tutela ambientale diventa un argomento di grande rilevanza e, per regolare gli interventi, vengono emanate nuove leggi e creati enti pubblici, tra cui il Ministero dell’Ambiente, istituito nel 1972.
La salvaguardia dell'ambiente e della natura acquisisce così un'influenza sempre più forte sulla scelta dei siti e sulla pianificazione dei singoli progetti.
Intorno al 1980, lo Stato norvegese possiede circa un terzo della capacità installata in Norvegia per la produzione di elettricità. Nuovi metodi per calcolare il valore futuro dell’acqua immagazzinata nei serbatoi annunciarono una tendenza verso una tariffazione dell’energia basata sul mercato. Un kilowatt divenne esso stesso una merce commerciale. Nel corso degli anni ’80, gli investimenti in nuovi progetti per la produzione di energia calano drasticamente. La diminuzione nella disponibilità del numero di cascate e il cambiamento dell’opinione pubblica rendono più difficile ottenere le concessioni.
Nel 1986, Statkraft viene separata da NVE come società di gestione sotto supervisione statale, allo scopo di garantire maggiore indipendenza dalla politica e consentire quindi all’azienda di operare in modo più efficiente ed essere più competitiva. La separazione è accompagnata da un nuovo nome e logo – Statkraft – quello che conosciamo oggi.
La deregolamentazione dei mercati energetici, l’internazionalizzazione, il cambiamento climatico globale e l’impegno verso l’energia pulita e rinnovabile sono stati i pilastri alla guida del decennio degli anni ’90.
Nel 1992, Statkraft viene suddivisa in due aziende statali: Statkraft, responsabile della produzione e della vendita di energia, e Statnett, responsabile della distribuzione.
Con la deregolamentazione dei mercati internazionali dell’energia negli anni ’90 e la scarsa prospettiva di poter realizzare nuovi progetti idroelettrici di grande portata in Norvegia, diventa ancora più importante semplificare le operazioni e la rete elettrica per produrre elettricità quando più serve. Pertanto, a partire da progetti per la produzione di energia idroelettrica nel Sud-Est asiatico, l’azienda inizia a sondare nuove prospettive di sviluppo all’estero grazie alle competenze maturate nello sviluppo di energia idroelettrica in Norvegia.
Statkraft passa ai mercati e alla negoziazione di energia, aprendo uffici in Europa continentale. Quest’area aziendale cresce grazie alla a una gestione flessibile della produzione e ad analisi di mercato.
Con l'arrivo del nuovo millennio, il mondo si trova di fronte a cambiamenti climatici estremi.
Statkraft possiede un ampio portafoglio internazionale ed esplora nuove tecnologie rinnovabili diventando così il più grande produttore di energia rinnovabile in Europa.
Nei primi anni 2000, Statkraft esplora nuove opportunità di investimento nelle rinnovabili e nuove fonti energetiche, anche attraverso partnership, fusioni e acquisizioni. Entra nei mercati di Turchia e Albania, costruisce nuovi parchi eolici in Svezia e Inghilterra e collabora alla costruzione del terzo parco eolico offshore più grande del mondo.
Dal 2014 Statkraft entra in una fase di consolidamento e crescita mirata, ristrutturando impianti idroelettrici in Scandinavia, aumentando la capacità produttiva di energia eolica e fotovoltaica nei mercati europei e internazionali.
Ciò avviene attraverso l’acquisizione di Element Power, e di Solarcentury nel 2021, nuovi progetti idroelettrici e acquisizioni. L’azienda individua, inoltre, opportunità in nuove aree, come idrogeno, biocarburanti, batterie, trasporti elettrici e venture capital. Le attività di trading si ampliano grazie ad altri prodotti e nuovi approcci, anche in Europa, e Statkaft consolida il proprio ruolo sul mercato attraverso accordi di compravendita di energia elettrica (Power Purchasing Agreement, PPA) sia upstream che downstream. L’azienda dimostra il suo impegno a promuovere un futuro ecosostenibile, investendo il 100% della sua crescita nelle energie rinnovabili.
Gli anni dal 2020 al 2024 hanno portato un panorama geopolitico sempre più imprevedibile, a causa dell'invasione russa dell'Ucraina e della conseguente crisi energetica, che ha colpito pesantemente l'Europa e i suoi consumatori.
Queste sfide hanno portato in primo piano il dibattito sull'energia, negli scenari pubblici e politici.
Nel frattempo, la transizione energetica continua e il cambiamento climatico avanza, colpendo comunità, economie e il nostro pianeta.
In questo contesto, Statkraft continua a rinnovare l’energia che alimenta il mondo, raggiungendo traguardi sempre nuovi sullo scenario solare ed eolico in Europa e Sud America.